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Cancella in me la falsa oppinione:
dammi ch i pianga e contrito sospiri
gli mie trapassi e gravi offensione.
Dammi diletto di sentir martiri
di mia malizia e di mia acerba possa, 140
Letteratura italiana Einaudi 194
Giovanni Boccaccio - Rime
e di seguir col cor li tuoi disiri.
Non mi lasciar tener mia colpa grossa;
dammi franchezza tal ch i la discolpi,
come bisogna a sì feroce mossa.
Non consentire all insidiose volpi 145
gli agguati doppi, ch all anima mia
han posti e pongon, ché foco la spolpi.
Poi quando a Dio parrà che l mio fin sia,
perdon ti cheggio e che per mia vittoria
sempre la faccia tua nante mi stia. 150
La qual discacci quel ch inferno storia,
e me conservi così fermamente,
come bisogna ad acquistar la gloria
del tuo Figliuolo e Padre onnipotente».
Letteratura italiana Einaudi 195
Giovanni Boccaccio - Rime
42
Amico, se tu vuogli avere onore
. . . . . . . . . .
. . . . . . . . . .
. . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . 5
o signoria di terra,
con volontà fa guerra
e co ragione pace:
a questo modo è l uom signor verace.
Bisogna all uom, che vuol avere effetto 10
di cosa alcuna, saper la ragione
del disiato fine: avrà diletto
dopo l saper se fa l operazione;
come sta sopra sol per la ragione
d ogni brutto animale 15
l uom ch è razionale,
così l uom, ch a dovere
vive, e sta sopra servi del volere.
Creder non dei ch alcun per gran lignaggio
di signoria ricever debba onore, 20
ché da natura non procede omaggio,
ma vizio servo, e virtù fa signore:
ché Dio libertà mise in uman core
e discrezion ch elegga
lo bene e l mal corregga, 25
onde chi sé non doma
convien di servitù che porti soma.
Da gran necessità el male ordinato
e l ben disposto al signor fue sommesso,
a ciò che di vertù fosse esaltato 30
lo buono, e l rio punito de l eccesso;
fu solo a quel signo regnar comesso
che visse virtuoso,
Letteratura italiana Einaudi 196
Giovanni Boccaccio - Rime
. . . . . . . . . .
sanza ordine abandona 35
la signoria e servitù lo sprona.
E ragion dei e ordine servare
po che da lor procede signoria:
invoca Idio dunque nel cominciare,
e l tuo volere a te non soprastia, 40
e se hai cupidità, cacciala via,
e sieti sempre dura:
se già nolla sicura
ragion tua cominciata,
nolla seguir, s è non ben cominciata. 45
Fa che ti rechi dentro dalla mente
lo peso che portar dei sopra ispalle,
e l ordine dispon primieramente
lo qual servar farai per ogni calle,
ché leggermente da mont e da valle 50
colui sale e discende
che ben provede e ntende
ciò ch essergli può incontro
. . . . . . . . . .
Gravi compagni a tuo consigli eleggi, 55
savi che d esso ficio sieno isperti,
e famigliar, che quando gli correggi,
contra tua voglia già nessun concerti
e tu di gastigargli non ti perti:
questo vidde congiunti 60
ché, perché non son punti
de falli gastigati,
molti signori han già vituperati.
Habito prendi ch a tua dignitade
s avenca: in signor vole apparenza. 65
Usa costumi di nobilitade
entro, benché non sien di vile essenza;
e famigliari che riverenza
ti faccin a tutt ore
Letteratura italiana Einaudi 197
Giovanni Boccaccio - Rime
ma più quando esci fuore: 70
se non ti riverisce
quel d entro, quel di fuor non t ubidisce.
Il tuo collegio a te spesso raguna;
dimanda lor di quel che tu non senti,
a ciò che se fallassi in cosa alcuna 75
tu ponga all ammendar gl intendimenti.
Mostra che lor consigli ti contenti:
non parrà ch avvalere
tu vuogli nel tuo dire:
alcun ben che ti spiaccia, 80
dimostra almen che n qualche parte piaccia.
Kara ti paia ogni cosa non vile:
voglia per consiglio sempre fare,
siasi chi vuole giovane o sinile,
volere d ogni cosa adimandare: 85
a ciò provedi loco che ti pare
segreto e più adatto
per lo miglior del fatto;
eleggi tempo e punto
coll uom che alla ragion sia più congiunto. 90
L usanza a te di terra sottoposta
onorerai non come di villani:
fara ne cortesia, ché poco costa
e vale assai, cogli loro anziani,
e simile cogli altri terrazzani: 95
tengonsi ad onoranza,
se veggon che possanza
gli onori: a te gli trai
e non da men giustizia gli farai.
Mira e guarda, se è ispeziale 100
grazia chiesta, che giustizia porti:
nolla prometter ma con generale
risposta fa che l chieditor conforti:
saggio signore ha gli costumi acorti,
grazioso in parole, 105
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Giovanni Boccaccio - Rime
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