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non sapevo! Io ci credevo .
Fu allora che a Toma torn in mente la storia di Edipo: Edipo non sapeva di dormire con la
propria madre ma, quando cap ci che era accaduto, non si sent innocente. Non pot sopportare la
vista delle sventure che aveva causato con la propria ignoranza, si cav gli occhi e, cieco, part da
Tebe.
Toma sentiva le grida dei comunisti che difendevano la loro purezza interiore e diceva tra s:
Per colpa della vostra incoscienza la nostra terra ha perso, forse per secoli, la sua libert e voi gridate
che vi sentite innocenti? Come potete ancora guardarvi intorno? Come potete non provare
raccapriccio? Siete o non siete capaci di vedere? Se avete gli occhi, dovreste trafiggerveli e andarvene
da Tebe!
Questo paragone gli piaceva tanto che lo usava spesso nelle discussioni con gli amici e, col
passare del tempo, lo formulava in termini sempre pi precisi ed eleganti.
In quei giorni lui, come tutti gli intellettuali, leggeva un settimanale pubblicato in circa
trecentomila copie dall Unione degli scrittori cechi, che era riuscito a crearsi una certa autonomia
all interno del regime e parlava di cose delle quali gli altri non potevano parlare pubblicamente. Il
settimanale degli scrittori pubblicava articoli in cui si chiedeva chi e in che misura fosse colpevole
degli assassinii giudiziari commessi in seguito ai processi politici del primo periodo del potere
comunista.
In tutte queste discussioni ritornava continuamente la stessa domanda: Sapevano o non
sapevano? Toma, che considerava tale domanda secondaria, un giorno scrisse le proprie riflessioni su
Edipo e le mand al settimanale. Dopo un mese ricevette risposta: lo invitavano a passare in redazione.
Quando vi and venne ricevuto da un redattore piccolino e dritto come un fuso, che gli propose di
modificare la struttura di una frase. Poco tempo dopo il testo comparve in penultima pagina nella
rubrica Lettere dei lettori .
Toma non ne fu affatto contento. Avevano ritenuto di doverlo convocare in redazione per
fargli approvare un cambiamento di sintassi, e poi, senza nemmeno chiederglielo, avevano cos tagliato
il suo testo che le sue riflessioni si riducevano ora alla sola tesi fondamentale (troppo schematica e
aggressiva) e non gli piacevano pi.
Questo accadeva nella primavera del 1968. Al potere c era Alexandr Dub#ek e con lui quei
comunisti che si sentivano colpevoli ed erano pronti a rimediare in qualche modo alla colpa. Ma gli
altri comunisti, che gridavano di essere innocenti, avevano paura che la nazione adirata li potesse
mettere sotto processo. Andavano perci ogni giorno a lamentarsi dall ambasciatore russo e a chiedere
il suo appoggio. Quando comparve la lettera di Toma gridarono: Ecco a che punto siamo arrivati! Ora
si scrive pubblicamente che devono cavarci gli occhi!
Due o tre mesi pi tardi i russi decisero che le libere discussioni erano inammissibili nella loro
provincia e nel giro di una notte occuparono con il loro esercito il paese di Toma.
3
Quando Toma era tornato a Praga da Zurigo, aveva ripreso a lavorare nel suo vecchio
ospedale. Ma un giorno il suo capo lo mand a chiamare.
In fin dei conti, caro collega, gli disse lei non uno scrittore n un giornalista, e nemmeno
un salvatore della nazione, bens un medico e uno studioso. Non vorrei perderla e far di tutto per
tenerla qui. Ma lei deve ritrattare quel suo articolo su Edipo. Ci tiene tanto? .
Professore, disse Toma, ricordando come gli avessero tagliato il testo di un buon terzo la
cosa cui tengo di meno al mondo .
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L insostenibile leggerezza dell essere - Milan Kundera
Lei sa che cosa c in gioco disse il primario.
Lo sapeva: sulla bilancia c erano due cose: da una parte il suo onore (che esigeva di non
ritrattare ci che aveva scritto), dall altra quello che lui era abituato a considerare come il senso della
sua vita (il suo lavoro di studioso e di medico).
Il primario continu: Questa insistenza che uno ritratti pubblicamente affermazioni passate, ha
in s qualcosa di medioevale. Che cosa significa poi ritrattare ? Nell epoca moderna, un idea
possibile soltanto confutarla, non certo ritrattarla. E poich, caro, collega, ritrattare un idea qualcosa
di impossibile, qualcosa di puramente verbale, formale, magico, non vedo motivo perch lei non
dovrebbe fare ci che vogliono. In una societ retta dal terrore, le dichiarazioni non rappresentano
alcun impiego, perch sono estorte con la violenza, e un uomo onesto ha l obbligo di non tenerne
conto, di non prestar loro ascolto. Caro collega, io le dico, nel mio interesse e nell interesse dei suoi
pazienti, che lei deve restare qui al suo posto .
Lei ha certo ragione disse Toma con aria triste.
Per? disse il primario cercando di indovinare i suoi pensieri.
Ho paura di vergognarmi .
Davanti a chi? Ha forse una cos alta opinione di quelli che la circondano da preoccuparsi di
ci che pensano? .
No, non ne ho un alta opinione disse Toma.
Del resto, aggiunse il primario mi hanno assicurato che non si tratter di una dichiarazione
pubblica. Sono dei burocrati. Hanno bisogno di avere nei loro schedari qualcosa che dimostri che lei
non contro il regime, per potersene servire nel caso qualcuno li attaccasse per averla lasciata al suo
posto. Mi hanno garantito che la sua dichiarazione rimarr tra lei e loro e che non prevedono di
pubblicarla .
Mi dia una settimana per rifletterci disse Toma, e chiuse la conversazione.
4
Toma era considerato il miglior chirurgo dell ospedale. Gi si diceva che il primario, che si
avvicinava all et della pensione, gli avrebbe presto ceduto il suo posto. Quando si sparse la voce che
le autorit esigevano da lui una dichiarazione autocritica, nessuno dubit che Toma avrebbe
acconsentito.
Fu quella la prima cosa che lo stup: bench lui non ne avesse mai dato alcun motivo, la gente
puntava sulla sua disonest piuttosto che sulla sua integrit.
La seconda fonte di stupore furono le reazioni della gente al suo ipotizzato comportamento.
Potrei dividerle in due tipi fondamentali:
Il primo tipo di reazione si incontrava in coloro che (personalmente o in chi era loro vicino)
avevano ritrattato qualcosa, che erano stati costretti a dichiararsi pubblicamente d accordo con il
regime di occupazione o che stavano per farlo (a malincuore certo: nessuno era contento di farlo).
Queste persone gli rivolgevano un sorrisetto curioso, che lui non aveva mai conosciuto prima: il
sorriso timido di una segreta complicit. Era il sorriso tra due uomini che si incontrano per caso in un
bordello: un po si vergognano ma, allo stesso tempo, sono contenti che la vergogna sia reciproca;
sorge tra loro un legame quasi di fratellanza.
Gli sorridevano tanto pi soddisfatti in quanto lui non aveva mai avuto fama di conformista. La
sua presunta accettazione della proposta del primario era dunque una prova che la vigliaccheria stava
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